Magic Historica: l'anno del Flagello |
Mercoledì 17 Ottobre 2018 |
Articolo di Francesco Gyed Cambilargiu
Karona, il Flagello Questa è tuttavia l'unica cosa che ricorda del suo passato. Ogni ricordo di ciò che è avvenuto prima dell'istante in cui è stata generata, per Karona è nebuloso, inafferrabile, come se davvero fosse appena nata. Vedendo la sua pelle risplendere di luce e comprendendo di essere nelle vicinanze di un tempio, Karona comincia a credere di essere una divinità , e che tutte le persone di Sanctum (ossia i combattenti dei due schieramenti che si sono dati battaglia fino a pochi attimi prima) sono suoi seguaci accorsi per venerarla. Di fatto le moribonde creature vedono nella sua luce una salvezza, ed arrancano disperate per raggiungerla, urlando a squarciagola il suo nome e chiedendo di essere guariti o, nel peggiore dei casi, distrutti. Le urla sono così forti che la dea stessa, quando chiede informazioni su di sé ai seguaci, non riceve nessuna risposta, e la sua voce si perde nel coro di tutte le altre.
La presenza di Karona, come dicevo, viene percepita anche a grande distanza, e il suo richiamo non può essere ignorato nemmeno da coloro che fino ad allora avevano combattuto le entità che formano la dea. Waistcoat, Sash, Kamahl, Asprociglio, Eroe di Krosa, e persino il Deathwurm di Ixidor, Manipolatore della Realtà e Nivea cominciano a muoversi verso Sanctum. Kuberr, dal canto suo, è l'unico a sembrare davvero preoccupato dal ritorno di Karona, non solo perché di fatto ha ucciso Phage ed impedito al numen di raggiungere l'età adulta, ma anche perché, a suo dire, Karona avrà presto il dominio su tutta la magia del mondo, e lui vuole prepararsi accumulando tutto il potere (politico ed economico) possibile. Ovviamente il modo migliore per farlo è utilizzare lo strumento che da sempre la Cabala usa per i suoi scopi: i giochi delle arene. Durante un discorso al popolo, Kuberr conquista la fiducia dei cittadini del Gran Colosseo ed indice una lunga serie di giornate di giochi per onorare la morte di Phage. Quando Braids, Servitore della Cabala suggerisce di inviare un esercito contro Karona, Kuberr le spiega che qualunque esercito si unirebbe alla dea stessa, e che tutto ciò che possono fare è continuare a massacrare persone finché lui non raggiungerà l'età adulta e sperare che Karona non si avvicini mai al Gran Colosseo. E se questo dovesse accadere, Kuberr affida a Braids il compito di creare uno spettacolo talmente imponente da distrarre il popolo e sperare che sia sufficiente per impedirgli di conquistare le loro menti. Nel frattempo, Karona abbandona Sanctum, e il deserto comincia a popolarsi di persone attratte dalla sua luce che cercano di raggiungerla per bearsi della sua presenza, finendo però calpestati dalla massa di persone che lottano per lo stesso motivo. Inizialmente anche Kamahl si unisce alla folla, ipnotizzato dal potere di Karona, ma quando si rende conto che la dea, in nome di un suo poco chiaro senso di giustizia inizia a massacrare i suoi seguaci (dietro consiglio dei seguaci stessi, i quali nemmeno se ne rendono conto), il druido rinsavisce e riparte per Krosa, dove giace l'unico strumento abbastanza potente da riuscire ad abbattere una dea: la spada-Mirari. Intanto, in Sanctum, Asprociglio, ferito gravemente dall'esplosione che ha generato Karona, raggiunge stremato il pub della città . Essendo svenuto diverse volte lungo il tragitto, il centauro non ha potuto raggiungere Karona, ed ora che la dea si è allontanata non è più sotto la sua influenza. Mentre Asprociglio si abbandona all'alcool per dimenticare il suo fallimento (se ricordate il suo scopo era concludere la guerra tra Akroma e Phage facendole uccidere da Kamahl, ma il colpo della Mieti-anime ha dato vita ad una creatura ancor più pericolosa che porterà la guerra in tutto il mondo), i Glifi di Averru lo raggiungono e lo invitano ad allearsi con il numena rosso per sconfiggere Karona. Inoltre, Averru narra ad Asprociglio non solo la storia che aveva già raccontato a Zagorka, ossia come lui e i suoi fratelli abbiano sconfitto i primevi, ma aggiunge un altro particolare piuttosto inquietante: dopo un millennio di dominazione del mondo, i numena si sono ritrovati a fare i conti con Karona. Dopo essersi impegnati a raggiungere l'immortalità l'uno assicurandosi di rinascere da un grembo umano per poi raggiungere l'età adulta attraverso la morte delle altre persone, l'altro assicurandosi di sopravvivere all'interno della mente di un pazzo, Lowallyn e Kuberr avevano raggiunto Averru per impedirgli di completare l'incantesimo che lo avrebbe trasformato in un titano di Glifi, ma si erano trovati invischiati in quella battaglia di Sanctum di cui abbiamo già parlato. I due numena riuscirono comunque a fermare il loro fratello, ma l'incantesimo generò per la prima volta la dea Karona, un essere in grado di assorbire la magia dell'intera Dominaria all'interno del suo corpo, privando ogni mago della possibilità di usarla. Prima che Karona potesse diventare un pericolo vero e proprio, i tre numena concentrarono le loro forze in una enorme esplosione che distrusse non solo Karona ma anche le loro forme fisiche. In qualche modo i tre maghi sopravvissero, e per millenni attesero con pazienza il giorno in cui sarebbero tornati, sperando che quel giorno arrivasse prima del ritorno di Karona. Verso Eroshia Il ritorno di Laquatus La battaglia che ne consegue è durissima, e Kamahl si trova a fare i conti non solo con il tritone colossale, ma anche con giganteschi ragni, le anguille grandi come boa e con l'influenza negativa che il Mirari ha sulla sua mente. Nonostante gli insegnamenti di Thriss, Primus dei Nantuko nonostante siano passati anni dall'ultima volta che ha tenuto in mano la spada, non appena Kamahl cede l'arma a Balthor e lo vede allontanarsi si lascia andare alla paranoia e alla stessa furia cieca che lo aveva portato a colpire Jeska. Il nano-spirito non ha naturalmente alcuna intenzione di fuggire con la spada-Mirari come crede Kamahl, e anche se le sue parole faticano a raggiungere la coscienza dell'uomo, alla fine il druido si rende conto di aver esagerato e una volta tornato in sé, escogita un piano: farsi aiutare da Balthor ad incanalare un'enorme quantità di mana rosso all'interno del Mirari per poi lanciarlo contro Laquatus e generare un'esplosione. Il piano ha successo, ma Kamahl arriva quasi ad accecarsi pur di osservare dove andrà a cadere la spada-Mirari una volta che di Laquatus non rimarrà più nulla. Nonostante il preoccupante atteggiamento possessivo di Kamahl nei confronti della sua arma, il druido e il suo maestro ritornano in superficie vittoriosi e pronti per sconfiggere il Flagello Karona. Eroshia e Karona I tre comandanti degli eserciti si incontrano con il governatore Dereg per provare a trovare un accordo, ma nessuno vuole cedere di un passo, e l’incontro diplomatico si risolve in una dichiarazione di guerra. Nel corso della notte il numero degli eserciti cresce, ed ognuna delle popolazioni che Karona ha visitato dal giorno della sua nascita si presenta ad Eroshia pronta a combattere per la dea della magia. La liberazione di Ixidor Come era accaduto quando aveva colpito Jeska, la disperazione si impadronisce di Kamahl, e nel rimorso il barbaro trova finalmente il modo per controllare il Mirari sfruttando in parte gli insegnamenti di Thriss e in parte quelli di Balthor per raggiungere Ixidor. Kamahl è convinto che Ixidor, in quanto creatore di Akroma, possa aiutarlo a fermare Karona, ed è disposto a tutto pur di strapparlo dalle viscere del deathwurm che, stando alla testimonianza di Asprociglio, lo ha divorato. Il duello con la bestia è duro, ma dopo la lotta contro Laquatus e contro il Mirari, Kamahl è pronto, e riesce a sconfiggere la creatura spappolandole il cervello. Per liberare Ixidor ed uccidere il wurm, tuttavia, il barbaro pardico deve strappare il cuore della creatura, cosa che ad Ixidor non va affatto giù. L’ex illusionista cerca di fermare Kamahl prima che questi uccida il deathwurm e lo spirito di Nivea che risiede nel suo cuore, ma chiaramente non è in grado di impedire al barbaro di fare ciò che deve fare, e cade in una profondissima depressione. Kamahl cerca di ridare una dignità all’uomo convincendolo a fare un bagno nel fiume che egli stesso ha creato nelle Terre dell’Incubo, ridando così vita a Lowallyn, il numena blu. Egli ha donato ad Ixidor quei meravigliosi poteri che hanno creato la vita nel deserto, ed ora la sua coscienza si è risvegliata e divide il corpo con Ixidor, in modo tale che l’uomo possa comunicare la volontà del numena anche a Kamahl. I due uomini partono dunque per Eroshia per trovare alleati contro Karona, ignari della battaglia che si sta preparando. Nel tempo che impiegano Ixidor/Lowallyn e Kamahl a raggiungere Eroshia legati tra di loro con una catena, il panorama attorno alla città si popola di creature ed eserciti provenienti da tutta Otaria. Ai tre eserciti della Cabala, dell’Ordine Settentrionale e dei barbari pardici, si sono uniti altri quattro eserciti di umani, un esercito per ognuna delle razze che popolano il continente e quattro eserciti di razze miste: i Crociati di Akroma (che vedono in Karona la nuova forma della loro dea), i Gendarmi di Asprociglio (che al contrario vedono in Karona l’assassina di Akroma, l’odiato nemico di Asprociglio), l’Armata della Libertà e le Milizie di Krosa), per un totale di venti eserciti di dimensioni differenti pronti a combattere per mettere le mani su Karona, chi per un motivo, chi per l’altro. Tuttavia, c’è un solo comandante che è davvero disposto a sacrificare tutto per distruggere i suoi nemici ed indebolirli prima della battaglia: Braids. Per tre giorni la cabalista ha inviato “messaggi segreti†a Kuberr contenenti ogni volta una diversa strategia, ed ogni volta il messaggero incaricato di raggiungere il Gran Colosseo è stato catturato da un esercito differente. Braids non ha bisogno di informarsi sui piani dei suoi nemici: per lei è sufficiente confonderli e spaventarli, cosa che le è riuscita talmente bene da aver stretto alleanze con ben otto eserciti. Prendendo esempio da Phage, inoltre, Braids è persino riuscita a distruggere il morale dei soldati nemici attraverso il gioco d’azzardo, rendendoli schiavi del gioco e del tutto disinteressati alla guerra. Il Massacro di Eroshia Un attimo dopo essere uscita nuovamente dal mondo di Dementia, Braids si ritrova bloccata nella roccia, impossibilitata a respirare. Consapevole di non poter più sfuggire al suo destino e decisa a non morire agonizzando come tutti gli altri soldati rimasti imprigionati nella roccia, la cabalista decide di ritirare la propria coscienza nel mondo di Dementia, tra i suoi amati mostri che la accolgono a chele aperte e bocche irte di zanne spalancate in oscuri sorrisi. Un istante dopo, la mente di Braids si spegne, e la cabalista muore. Osservando il massacro, Ixidor si scopre combattuto. Una parte di lui continua a non voler lasciare a Lowallyn il controllo totale, ma d’altro canto si rende conto che solo Lowallyn e gli altri due numena possono fermare il Flagello di Otaria, e che lui, un misero umano, è impotente di fronte ad un essere simile. Infine, Ixidor si lascia riempire dalla mente di Lowallyn e promette a Kamahl che non fuggirà dal suo destino. I due si lasciando quindi il massacro alle spalle, e si dirigono verso il Gran Colosseo per reclutare Kuberr e con lui preparare una trappola per Karona all’interno di Sanctum, ormai completamente trasformata nell’avatar di Averru. Intanto, il massacro di Eroshia continua. Il baratro si è richiuso portando con sé migliaia di combattenti, ma altrettanti fedeli di Karona si stanno dando battaglia pur di raggiungerla. Sash e Waistcoat si prodigano per cercare di risolvere il conflitto in maniera pacifica, ma ogni suggerimento di buon senso del primo viene accompagnato da un’idea bislacca del secondo. Così, eserciti che fino ad un attimo prima si stavano uccidendo, si tolgono i vestiti e cominciano a fare l’amore mentre il terreno si trasforma in una valle di pudding, salvo tornare ad ammazzarsi ed affogarsi nel pudding una volta che i due profeti cercano di rimediare al disastro. Karona si rende conto che Sash e Waistcoat non sono effettivamente grandi consiglieri, e decide quindi di rivolgersi ad altri suoi simili, divinità come lei che decide di convocare sul picco più alto delle montagne intorno ad Eroshia, dove realizza un gigantesco cerchio magico (un’opera che normalmente avrebbe richiesto decenni e la potenza di centinaia di maghi) con altri cinque cerchi più piccoli posti verticalmente al suo interno, cinque portali con altrettanti luoghi di Dominaria. La prima divinità evocata da Karona è Gea, dea della vita di Dominaria, che tuttavia rifiuta il colloquio, preferendo mandare quello che si presenta come Multani, Avatar di Yavimaya a riferire un messaggio a Karona: Gea non ha alcuna intenzione di parlarle, poiché ella è il suo opposto, la magia del mondo. Se Gea rappresenta la natura e la vita, Karona rappresenta la magia e la non-vita, una condizione che non è né morte né vera vita, afferma Multani. Irritata e spaventata dal fatto che l’avatar di Yavimaya, come tutte le altre creature, impazzisca a causa del desiderio di starle accanto, lo rispedisce indietro e chiude il portale con Yavimaya, non prima che il difensore della foresta le riveli che Karona e Gea sono le uniche vere divinità di Dominaria. Il secondo ospite di Karona è un nano planeswalker di nome Fiers, venerato dai suoi simili come una divinità , il quale viene però rispedito indietro subito dopo aver suggerito alla dea di trovare la sua casa. Il terzo ospite viene evocato dal portale collegato probabilmente alle paludi di Urborg, e si presenta come il sovrano dell’artificio, colui che per novemila anni si è sforzato per donare ai suoi prescelti un mondo migliore, dapprima trasformandoli, poi creando per loro due nuove case ed infine presentandosi di persona su Dominaria per avvolgere tutte le creature nel suo abbraccio, venendo tuttavia rifiutato e contrastato da Gea, che secondo lui sarebbe invidiosa dei loro poteri. Quando Karona domanda all’ospite il suo nome, egli tergiversa, prende tempo, la invita a recarsi in visita nelle sue terre, ma alla fine è costretto a presentarsi: il suo nome, dice, è Yawgmoth, il Distruttore. In seguito ad un nuovo invito ad unirsi a lui per conquistare Dominaria, “Yawgmoth†viene ricacciato indietro e anche il suo portale viene chiuso. Il quarto ospite è Ixidor in persona, il quale, senza rivelare i suoi piani alla dea, si limita a riassumere la sua storia e a promettere alla dea che, non appena si riunirà ai suoi fratelli, tornerà da lei per parlarle, dopodiché viene rispedito indietro. Infine, il quinto ed ultimo ospite, si presenta come Teferi, Mago di Zhalfir, il quale racconta di come abbia mandato fuori fase Zhalfir e parte di Shiv per salvarle da Yawgmoth. Quando il planeswalker (o presunto tale) ipotizza un ritorno dei due continenti, Karona gli suggerisce di lasciarli ancora in fase, poiché Dominaria è minacciata da un nuovo Yawgmoth: lei stessa. Finito l’ultimo colloquio, Karona decide di concentrarsi solo su Ixidor, l’unico dei cinque ospiti ad avere attirato la sua attenzione. I numena si riuniscono Kuberr è impietrito dalla visione del centro del suo meraviglioso impero che collassa, ma Kamahl e Lowallyn lo fanno tornare alla realtà e lo costringono a mostrare loro uno dei portali di emergenza nascosti dal Patriarca nel Gran Colosseo. Nuotando attraverso un vero e proprio fiume di monete d’oro, i due numena e il barbaro pardico attraversano un portale aperto su un meta-piano completamente invaso dall’oro ed un secondo portale che li lascia ad Aphetto, all’interno della dimora dove il Patriarca era stato costretto a ritirarsi quando Chainer aveva conquistato la Cabala. Kuberr inizialmente non ha alcuna intenzione di seguire i due uomini che gli hanno di fatto rovinato il piano (accumulare ricchezze chiuso nel Gran Colosseo ignorando del tutto Karona), e comincia una furiosa litigata con Lowallyn, il quale tenta di farlo ragionare usando la stessa scusa che aveva convinto il fratello ad aiutarlo a sconfiggere Karona la prima volta: la morte di Karona è l’unico modo per Kuberr di godersi le sue ricchezze. Stavolta però il numena non si lascia fregare, e solo l’intervento di Kamahl fa tornare la pace. Alla fine, Kuberr si rende conto che Lowallyn ha ragione, e il ricordo di un vecchio debito contratto da Averru nei suoi confronti lo convince a seguire Kamahl e Lowallyn fino alla città di Sanctum, semi-convinto di poter costringere il fratello a saldare il suo debito (accresciuto da diecimila anni di interessi) con la schiavitù. Mentre Karona inizia a ricordare il giorno della sua sconfitta ad opera dei numena e si appresta a seguirli fino ad Averru/Sanctum, Kuberr, Kamahl e Lowallyn raggiungono la città attraversando un nuovo portale, stavolta aperto dal numena blu, e lì vengono accolti da Asprociglio, divenuto alleato di Averru e pronto a combattere nuovamente fianco a fianco con il suo comandante, Kamahl, contro il Flagello di Otaria. Averru ha già pronto un piano: Lowallyn dovrà dipingere una versione maschile di Karona, Averru gli darà una coscienza, e Kuberr farà in modo che l’essere sembri in tutto e per tutto reale, una creatura di carne ed ossa. Con un po’ di fortuna, Karona rimarrà ipnotizzata dalla visione, toccherà al sua immagine, ed essa rivolgerà il suo stesso potere contro di lei, intrappolandola e ponendo una volta per tutte fine alla sua tirannia. È in quel momento che Kamahl realizza di stare sbagliando ad aiutare i numena. Essi non vogliono liberare Otaria, ma assorbire il potere di Karona per dominare il mondo come diecimila anni fa, e questo lui non può permetterlo. Nonostante i dubbi, quando i numena gli giurano di bandire Karona da Dominaria, il barbaro si lascia convincere e cede loro la spada-Mirari per creare l’incantesimo. Il piano è un gran successo: Kamahl accompagna la dea dalla sua copia maschile, Arien, in tutto e per tutto una creatura vivente e cosciente, e non appena Karona lo tocca, l’essere esplode in un vortice di mana. I numena tuttavia non rispettano i patti, e quando Kamahl si accorge che i tre fratelli stanno cominciando ad assorbire la magia della dea, decide di tentare il tutto per tutto e desidera con tutte le sue forze che la dea riesca a fuggire da Dominaria. In quell’istante, Karona diviene effettivamente in grado di attraversare i piani, e fugge lontano dal suo piano natale assieme a Sash, Waistcoat e a tutto il mana di Dominaria. Senza magia, Cielsudario perde la sua protezione dal clima gelido di Keld, le Terre dell’Incubo tornano ad essere una landa desolata, e il Gran Colosseo inizia a sprofondare lentamente nel fango delle paludi, dalla dimenticata Tomba dei Martiri di Urborg spariscono i nomi che brillavano di magia, e i numena si trovano spogliati dei loro poteri, il che, di conseguenza, porta all’indebolimento di Averru e dei suoi glifi, i quali tornano al loro sonno. L’esilio di Karona La loro prima tappa è Eroshia, e lì Karona decreta il suo ultimatum attraverso le parole di Sash e Waistcoat: tutti coloro che si inginocchieranno a lei avranno salva la vita, mentre gli altri moriranno. Secondo Karona questo è l’unico modo per lasciare il mondo nelle mani delle persone migliori, l’unico modo per creare un paradiso. La realtà è però ben diversa. In molti, chi per follia, chi per disprezzo del pericolo, chi per motivi chiari solo a loro, rifiutano di inchinarsi. Elionoway, saggio come sempre, riesce a nascondersi alla vista di Karona, e con un inganno riesce a convincere un nano ad aiutarlo a radunare quante più persone possibile per salvarle da Karona. Ancora una volta, l’elfo si trova alla guida di un gruppo di profughi. La seconda conquista di Karona è la città di Aphetto, ultimo baluardo della Cabala dopo la caduta di Città della Cabala e del Gran Colosseo. Di nuovo, la dea offre salvezza in cambio di fedeltà , e manda i suoi profeti a riferire l’offerta al signore della città , il ragazzino che aveva accolto Phage di ritorno da Sanctum affermando di essere Virot Maglan da giovane. Quello stesso ragazzino afferma adesso di possedere dentro di sé lo spirito di Virot, di Phage, di Braids e persino di Kuberr, e di parlare dunque per loro conto. Impostore o meno, il ragazzino sembra essere parecchio informato sulle vite delle persone che afferma di rappresentare, ma nemmeno questo gli permette di salvarsi dal giudizio di Karona. Mentre il suono di migliaia di urla riempie le orecchie di Waistcoat e Sash, i due profeti iniziano a domandarsi se sia giusto continuare a seguire Karona, e se la dea sia ancora l’amica che hanno incontrato un anno fa. Il disgusto per le sue azioni, la consapevolezza di stare aiutando un tiranno e il rimorso per non essere riusciti ad impedirle di diventare ciò che è si scontrano con la paura di morire, la speranza che tutto sommato il mondo di Karona sarà migliore, e la sicurezza di aver fatto del loro meglio per avvisare tutti del pericolo. Con il loro carico di dubbi, i due profeti, Karona e i suoi seguaci che le fluttuano attorno come pianeti, si dirigono verso la tappa successiva: la città di Averru/Sanctum. L’ultima battaglia Quando, tre mesi dopo l’ultima battaglia in Sanctum i due profeti Waistcoat e Sash raggiungono Averru e propongono a Kamahl l’ultimatum di Karona, il barbaro afferma di voler rispondere alla dea in persona, e dopo aver spiegato loro il suo piano, prova a convincere i due ex unmen a non svelare alla loro padrona il fatto che la spada-Mirari tragga potere da un altro mondo, ma è troppo tardi: Karona sa già cosa può fare la spada-Mirari e sa anche che una volta che il suo corpo sarà a breve distanza dai numena, i due fratelli tenteranno di usare la sua magia per risvegliare Averru. Per questo motivo, quando cala la notte, Karona invia dapprima il suo immenso esercito a distruggere i glifi, e solo una volta che questi sono completamente distrutti si presenta in prima persona davanti al tempio che ha visto la sua nascita. Lì, la dea ingaggia un duello magico con Kamahl, il quale, grazie al suo potere e ai ricordi di ciò che il Mirari ha fatto a Pianna, Laquatus e Chainer, riesce ad incanalare nella spada-Mirari tutti e cinque i colori di mana, cosa che gli permette di affrontare la dea ad armi quasi pari. Dopo una strenua difesa da parte di Kamahl, i due numena escono dai nascondigli dove Kamahl aveva consigliato loro di attendere, e di nuovo in possesso di una considerevole parte dei loro poteri, aiutano il barbaro pardico a combattere la dea. Il loro intervento, tuttavia, è completamente inutile. Karona è troppo potente, e grazie alla fede dei suoi soldati è in grado di compiere qualunque azione. Dopo aver tramutato in roccia l’aria attorno ai numena ed aver evocato una montagna sulla cupola del tempio che lentamente andrà a schiacciare Kamahl, Asprociglio e i pochi superstiti che vi si erano rifugiati, Karona si gode il suo trionfo. Lowallyn e Kuberr vengono tirati fuori dalla roccia dai possenti calci di Asprociglio, ma solo il numen blu torna a respirare. La situazione sembra rivolgersi a favore dei difensori di Dominaria quando Averru si risveglia assorbendo il potere dell’incantesimo che sta schiacciando il tempio, e Lowallyn, tornato in possesso di quasi tutti i suoi poteri, crea un gigante di lava da mandare contro le truppe di Karona. Sorprendentemente, però, il gigante si inginocchia assecondando la volontà di Karona, e Lowallyn ha appena il tempo di inviare tutta la sua forza e quella della creatura di lava ad Averru prima di venire inghiottito dalla lava. Kamahl, Asprociglio e Averru, che aveva pianificato questo momento fin dall’inizio ed è tornato nel pieno delle sue forze, continuano a lottare contro i seguaci di Karona, e l’ultimo numen rimasto arriva perfino a sfidare sua “madreâ€. Sfortunatamente, Kamahl si lascia sfuggire un pensiero di troppo, e per un solo istante si trova a pensare che Karona possa uccidere perfino Averru. Un attimo dopo, la dea genera una esplosione così potente da distruggere l’intera città , lasciando intatte solo le poche rovine dalle quali Zagorka ed Asprociglio avevano dato vita a Sanctum. Rimasto solo, Kamahl si rivolge alla dea e la sfida ad un duello. Karona però rivela che Sash e Waistcoat gli hanno parlato del piano concordato con Lord Macht, e lancia un unico colpo magico contro il barbaro, strappandogli la spada-Mirari dalle mani e producendo nel suo corpo una terribile agonia. Trionfante, Karona offre ancora una volta il suo ultimatum, e quando Kamahl rifiuta, si appresta ad eliminarlo. All’improvviso, però, il suo corpo viene dilaniato dalla spada-Mirari brandita da Sash e Waistcoat. Lord Macht, affermano i due, ha parlato alle loro menti, ha spiegato loro che uccidere Karona è l’unico modo per permettere a Dominaria di sopravvivere e per far sì che il mana torni a scorrere, e questo è il solo motivo che avrebbe potuto spingerli a pugnalare alle spalle la loro dea, la loro amica. Con la morte nel cuore, i due ex unmen osservano Karona agonizzare e una tempesta di magia fuoriuscire dal suo corpo, dopodiché si stringono a lei in un ultimo abbraccio prima di abbandonarla nelle sagge mani di Lord Macht, il quale porta il cadavere di Karona e la spada-Mirari sul suo piano metallico. Il piano di Macht e Kamahl è quindi svelato: i due avevano riposto il destino di Dominaria nelle mani dei due ex unmen, i quali avrebbero dovuto dimostrarsi dei veri esseri umani scegliendo di sacrificare Karona per il bene del mondo. Nel rialzarsi da terra, Kamahl porta istintivamente le mani alla spada-Mirari, salvo ricordarsi che l’artefatto non è più là . Per la prima volta, Kamahl è felice di non possedere più quella maledetta sfera che ha distrutto la sua terra e la sua vita. Libero finalmente di crearsi il proprio destino, Kamahl aiuta Asprociglio a liberarsi dalla parete ove era stato incastrato dall’esplosione, ed insieme a lui parte per Krosa. Un epilogo scoraggiante Un secolo fa, la Congiunzione tra Rath e Dominaria ha sfilacciato lo spazio-tempo ed ha aperto due Fenditure Dimensionali in Cielsudario ed Urborg, entrambe simili a quelle di Tolaria, di Yavimaya, di Madara, di Shiv e di Zhalfir. Tali fenditure sono invisibili agli occhi dei mortali, ma non sono state ignorate dai planeswalker, i quali tuttavia non hanno mai notato nulla di sbagliato in esse. Ma la morte di Karona ha aperto un’ennesima Fenditura, e da quel momento tutte le altre hanno cominciato a comportarsi in modo anomalo, assorbendo una piccola parte del mana di Dominaria e rendendo il viaggio dei planeswalker che vivono nelle sue vicinanze un vero incubo. Freyalise, Furia di Llanowar e Lord Windgrace giurano quindi di non abbandonare più le terre di Urborg e Cielsudario, così da tenere d’occhio questo strano fenomeno. Un vecchio nemico Per ragioni a lui ignote, il Mirari ha iniziato a comportarsi in maniera anomala, e dopo aver osservato tutti i guai che la sua sonda ha procurato, il golem d’argento è caduto in una terribile depressione, ed ha scelto di ritirarsi per sempre su Argentum, il suo paradiso metallico trasformatosi in prigione. Ma Karona ha riacceso in lui il desiderio di coronare il suo sogno, e lo ha spinto ad intervenire un’ultima volta per riprendere il Mirari ed impedirgli di causare altri danni. Jeska ascolta affascinata tutta la storia, ed infine accetta di seguire Karn nei suoi viaggi nel Multiverso. Felice di aver trovato una nuova amica, il golem d’argento trasforma il Mirari in una creatura artificiale, un golem con quattro gambe simili a zampe di ragno, due braccia ed un busto umanoidi ed una grande testa oblunga. Memnarch, questo il nome del golem, avrà il compito di occuparsi di Argentum, difenderlo dalle minacce e prepararsi al giorno in cui Karn, finalmente, tornerà per popolare il piano. Non appena Karn e Jeska lasciano il piano, Memnarch comincia la sua lunga veglia solitaria. Il golem esplora Galdroon, il palazzo dove Karona e Karn, Golem d'argento si sono incontrati la prima volta, e lentamente, con il passare del tempo, inizia a porsi delle domande. Il dubbio che il suo creatore lo abbia abbandonato in un mondo imperfetto si insinua nella mente di Memnarch, il quale inizia a dare piccoli segnali di squilibrio quando dedica il suo tempo a verificare informazioni delle quali è già in possesso, ed infine realizza di poter trasformare Argentum in un mondo vivo, magari spedendo sonde in giro per il Multiverso come ha fatto il suo creatore. Una volta rientrato dal suo lungo tour, Memnarch nota qualcosa di anomalo, una piccola macchia nera sul pavimento di Galdroon, una sostanza oleosa che il Guardiano riconosce come un’imperfezione da eliminare prendendola in mano e sfregandola tra pollice e indice finché non sparisce, salvo poi mettersi al lavoro per imporre il suo marchio sul suo piano, quello che, di punto in bianco, decide di rinominare Mirrodin. Ciò che Memnarch non sa, è che quella piccola macchia d’olio nero è solo l’inizio di un problema ben più grosso. All’insaputa di tutti, il cuore phyrexiano di Xantcha, Agente Dormiente nel corpo metallico di Karn ha passato gli ultimi mille anni a grondare Olio Scintillante, la misteriosa sostanza con la quale il Creatore di Phyrexia aveva riempito un’intera sfera del suo mondo. Alcune gocce di quella sostanza sono cadute anche su Argentum, ed una volta entrate in contatto con il metallo hanno cominciato a sviluppare una coscienza collettiva, un istinto primordiale che impone all’Olio di dividersi e crescere, insinuarsi nella psiche del Guardiano ed attendere il momento giusto per contaminare e controllare. Le basi per la rinascita di Phyrexia sono state gettate, ed occorreranno almeno due secoli perché qualcuno se ne renda effettivamente conto. Dell’operato di Memnarch parleremo a partire da novembre, quando finalmente comincerà la quarta stagione di Magic Historica.
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- Il mio dovere è riportarvi le poche certezze che abbiamo al riguardo: Ixidor/Lowallyn conferma di aver incontrato Karona poche pagine dopo l'incontro, Yawgmoth è effettivamente morto, e Teferi non ricorda nessun incontro con Karona. Nessuno sa nulla di Fiers, ma è possibile che non sia un impostore. __ Nelle puntate precedenti: Riassunto delle stagioni precedenti |