Magic Historica: le origini di Mirrodin Stampa
Domenica 25 Novembre 2018
mirrodin historicaArticolo di Francesco Gyed Cambilargiu

Prima di cominciare, vorrei farvi le mie scuse per non aver pubblicato fino ad oggi. Poche settimane fa ho cominciato a scrivere articoli anche per una piattaforma online www.ultimavoce.it, e questo mi ha impedito di dedicare tempo agli impegni “magici”. Avendovi ormai abituati ad articoli di qualità molto superiore a quella delle prime due stagioni, mi dispiacerebbe moltissimo tornare indietro, e preferisco fornirvi prodotti precisi e frutto di ricerche sulle fonti originali. Questa decisione comporterà però una minore frequenza nella pubblicazione degli articoli, che da questo momento in poi verranno pubblicati al ritmo di uno ogni mese. Magari ci saranno mesi in cui, per un motivo o per l’altro, riuscirò a portarvi più articoli, e magari mi capiterà di accorpare più libri in un solo articolo, ma si tratterà di eccezioni, e non della regola. Potete stare certi però che troverete almeno un nuovo articolo ogni mese.

Nel 4395 A.R., il golem guardiano Memnarch aveva ormai modificato radicalmente il piano di Argentum, partendo innanzitutto dal nome, divenuto Mirrodin in onore della vita precedente del golem (il Mirari). L'anonima pavimentazione in metallo era stata sostituita da un mare di mercurio che lambivA le coste di una vasta distesa di campi d'erba metallica che nell'entroterra si trasformava in una lussureggiante foresta di rame situata all'ombra di un'alta catena montuosa la quale nascondeva alla vista un terrificante deserto paludoso di scorie metalliche. Quattro globi di mana bianco, blu, nero e rosso generati dal nucleo del piano brillavano in cielo, fornendo al piano un ciclo giorno-notte in tutto e per tutto simile a quello dei mondi naturali.
Galdroon, la fortezza originale di Karn, Golem d'Argento che un tempo dominava la superficie di Argentum, venne abbandonata e ricostruita vicino al Nucleo, il cui accesso fu reso possibile dalla nascita della Luna Bianca. Fuoriuscendo dal Nucleo, il globo di mana aveva infatti creato una cavità chiamata Lacuna, difficilmente percorribile per un comune mortale, ma perfettamente utilizzabile da Memnarch.

A distanza di alcuni anni l’uno dall’altro, altri tre globi seguirono il primo, andando di volta in volta a creare nuove lacune e consentendo ulteriori accessi al livello del Nucleo, l’Interno, dove nel frattempo enormi forme di vita bio-meccanica chiamate Micosinti generarono una terza Sfera, il Livello Fornace, un inferno incandescente di metallo fuso dal quale Memnarch poté creare i primi abitanti di Mirrodin: gli Ur-golem.

Diversamente dai lampidotteri e dai micosinti, gli Ur-golem erano esseri senzienti come Memnarch e Karn, perfette macchine in grado di svolgere ogni lavoro. Memnarch narrò loro della creazione di Argentum, della sua idea di portare la vita in un piano che ne era privo, e del fatto che egli era stato scelto dal Creatore per custodire Mirrodin. Inizialmente gli Ur-golem obbedirono a Memnarch e lo aiutarono a riplasmare Mirrodin, costruendo gigantesche torri (come la Torre di Avvistamento o la Torre dei Sussurri) ed una vera e propria civiltà il cui fulcro era Panopticon, la nuova fortezza realizzata da Memnarch. Ben presto però, gli Ur-golem si accorsero che nella mente del Guardiano c’era qualcosa che non andava e si ribellarono alla sua autorità. Quando gli Ur-golem smisero di obbedirgli, Memnarch distrusse la loro civiltà ed eliminò i suoi oppositori uno ad uno. L’unico ribelle che riuscì a salvarsi fu Bosh, Golem di Ferro, il quale però scomparve nel Dross e non fu più visto per diversi decenni. Secondo alcuni storici, furono proprio gli Ur-golem a realizzare la barriera che avrebbe impedito ai planeswalker di viaggiare fino a Mirrodin, forse nel tentativo di tenere il Creatore lontano dal folle Guardiano.

La creazione di un ecosistema artificiale causò però i primi squilibri nel Nucleo di Mirrodin, progettato per fornire esclusivamente mana incolore. Mentre il Nucleo si sovraccaricava di mana bianco da rilasciare in quello che sarebbe diventato il Sole Bianco, il Livello Fornace e l’Interno si riempivano di creature ibride evolutisi dall’Olio Phyrexiano e dai micosinti che esso aveva generato.

La superficie, però, rimaneva spoglia e disabitata, fatta eccezione per quei pochi golem sopravvissuti alla distruzione della loro civiltà perché sottomessi a Memnarch (creature come il Golem Danneggiato o il Golem delle Guglie). Temendo di non poter rivedere mai più il suo creatore, Memnarch divenne ossessionato dalla possibilità di abbandonare il proprio mondo, e consapevole di necessitare di creature organiche, decise di popolare Mirrodin rapendo esseri viventi da ogni angolo del Multiverso. Pur avendo solamente un briciolo dell’infinito potere del Golem d’Argento, Memnarch possedeva tutte le conoscenze di Karn, le conoscenze recondite dell’Olio che cominciava ad intaccare la sua psiche e soprattutto una gigantesca fabbrica di artefatti. All’interno del Livello Fornace, Memnarch realizzò il suo capolavoro: le Trappole dell’Anima. In qualche modo, forse sfruttando i portali eterici (ai quali si accenna nel flavor di Avviluppare nell’Etere) che di tanto in tanto si aprivano sulla superficie di Mirrodin, Memnarch riuscì a spedire numerose sonde attraverso il Multiverso, e attraverso esse poté osservare quegli esseri organici che poi, con le Trappole dell’Anima, avrebbe potuto trasportare sul suo mondo.

Elfi, goblin, vedalken, leonid, esseri umani, altre creature umanoidi e bestie di ogni tipo scomparvero all’improvviso dal loro piano d’origine, ritrovandosi da un giorno all’altro a vivere nell’ecosistema alieno di Mirrodin. Alcune creature si adattarono facilmente, ed anzi approfittarono di quell’opportunità per prosperare e trasformarsi in vere e proprie minacce.
Sorprese nel bel mezzo delle loro attività quotidiane, le vittime di Memnarch portarono con sé conoscenze e strumenti alieni a Mirrodin, e seppure a fatica, riuscirono a adattarsi al nuovo mondo e a creare delle società. Gli elfi si unirono ai troll per fondare una civiltà nel cuore del Groviglio, attorno a Tel-Jilad, l’Albero dei Racconti sul quale i primi mirran incisero la storia del loro arrivo sul piano; i goblin scavarono tunnel in tutta Oxxida, adattandosi al clima incandescente del Livello Fornace e fondando un culto attorno al Sole Rosso scaturito dalla Lacuna della Grande Fornace, Kuldrotha; i leonid si unirono sotto un unico kha chiamato Dakan, il quale utilizzò Taj Nar, l’Antro Antico che si affacciava sulla Lacuna Bianca (conosciuta come Caverna della Luce) come centro del suo potere; i vedalken si stabilirono in Lumengrid, la Sede del Sinodo, la più grande delle guglie del Mar di Mercurio al cui interno si nascondeva la Pozza della Conoscenza, ossia la Lacuna Blu.

Gli umani furono meno fortunati. Silvok, Vulshok ed Auriok (rispettivamente gli abitanti umani del Groviglio, della Catena di Oxxida e dei Campi Taglienti) riuscirono a costruire società indipendenti da quelle degli umanoidi, mentre i neurok furono costretti in schiavitù dai vedalken. I più sfortunati di tutti, però, furono i moriok, gli umani che andarono ad abitare il Mephidross. Privi di risorse, costantemente immersi in un terreno paludoso e malsano e braccati da orrori bio-meccanici (secondo alcuni le prime forme di vita phyrexiane), i moriok furono costretti ad affidarsi ai pochi tra loro in grado di sopravvivere in quell’inferno (quasi certamente persone provenienti da luoghi non troppo dissimili dal Dross). Di tanto in tanto, un moriok più scaltro, forte o crudele degli altri riusciva a conquistare Ish Sah, la Volta dei Sussurri, e la Lacuna Nera al suo interno, e da lì offriva salvezza e protezione in cambio di obbedienza assoluta. Non sorprende che il signore moriok più longevo sia stato Geth, Signore della Cripta, un necromante che aveva compreso la particolarità dei necrogeni, gas tossici in grado di trasformare ogni cadavere in uno zombie privo di volontà chiamato nim.

Come se non bastasse il fatto di essere stati rapiti e trasportati in un mondo artificiale, i primi mirran dovettero fare i conti con l’infezione phyrexiana al suo stadio iniziale. Nel corso degli anni, infatti, alla macchia d’olio scoperta da Memnarch sul pavimento di Galdroon se ne erano aggiunte molte altre, e dopo pochi anni esse avevano generato i micosinti, parassiti fungini il cui compito era rendere Mirrodin un luogo accogliente per i futuri phyrexiani, indebolendo i suoi guardiani, e modificando i nuovi abitanti per trasformarli in creature adatte al completamento. L’azione dei micosinti era in grado di trasformare il metallo in carne e la carne in metallo, e nel giro di poco tempo tutti i mirran cominciarono a subire tali mutazioni. Oro, piombo, ferro, argento e bronzo si infiltrava sotto la pelle degli esseri umanoidi, andando a modificare le ossa e i capelli e a rivestire gli arti. Come c’era da aspettarsi, nei moriok la mutazione si presentò in maniera ancora più terribile. Se le altre creature ricevevano artigli con i quali arrampicarsi sugli alberi o possenti mani di ferro da usare come martelli, i moriok si trovavano la pelle invasa da frammenti di piombo ed una calotta cranica composta dallo stesso materiale che rendeva ancor più difficile la sopravvivenza nell’oscurità del Dross. Dopo la morte, la calotta cranica cresceva fino a sostituire completamente la parte superiore della testa, tramutandosi quindi nella Placca Cefalica che a tutt’oggi differenzia i nim dagli altri non morti del resto del Multiverso.

I rapimenti di Memnarch andarono avanti per diverso tempo, e spesso riguardarono intere famiglie, poiché maggiore era il numero dei rapiti, maggiori erano le possibilità per Memnarch di trovare un planeswalker. Non tutte le tribù di Mirrodin reagirono al rapimento nello stesso modo, però. Gli elfi, ad esempio, decisero volontariamente di affidare le memorie delle loro vite precedenti ai troll, nella speranza forse di adattarsi meglio al nuovo mondo; i vedalken proibirono a chiunque tranne pochi eletti l’accesso alla Pozza della Conoscenza, e stipularono un’alleanza con il Guardiano per ottenere protezione e scorte di Siero di Lampidotteri, un particolare liquido in grado di espandere le capacità mentali e di garantire una lieve protezione dai micosinti (protezione ulteriormente rafforzata dalle tute che i vedalken cominciarono ad indossare); le altre tribù mantennero vivo il ricordo attraverso i racconti orali, le abitudini e le conoscenze arcane. Unica eccezione fu Geth, il quale, venuto a sapere dell’esistenza di Memnarch dopo aver conquistato Ish Sah, decise di allearsi con lui e con i vedalken in cambio di un costante rifornimento di armi da utilizzare per mantenersi al potere.

Mentre Mirrodin si popolava di creature bio-meccaniche ed esseri di altri mondi, Memnarch costruiva lentamente e silenziosamente una razza di esseri artificiali che avrebbero dovuto tenerlo costantemente aggiornato sugli eventi della superficie: i myr. Stando al flavor text di Vascello Lunare Myr, il Guardiano creò i myr pensando a tre aggettivi: affidabili, controllabili ed eliminabili. Si trattava quindi di creature molto fragili, prive di una volontà e costantemente connesse all’Occhio di Darksteel, l’enorme camera sotterranea dalla quale Memnarch poteva osservare ciò che gli occhi dei myr registravano. Quando i myr apparvero dal nulla per infiltrarsi tra le fila dei mirran, nessuno ci fece troppo caso, perché ogni giorno Mirrodin sfornava nuovi costrutti ed esseri bio-meccanici ben più minacciosi.

Mentre i suoi myr spiavano la superficie e le sue fabbriche lavoravano a pieno regime, Memnarch si rinchiuse all’interno di Panopticon, la sua Roccaforte di Darksteel, per cercare di rallentare l’azione dell’Olio e dei Micosinti. Ogni idea del Guardiano, tuttavia, era condizionata dall’Olio, che aveva facile accesso alla sua mente resa folle dalla solitudine e dalla dipendenza da Siero di Lampidotteri. Ogni azione di Memnarch avvicinava di un passo la rinascita di Phyrexia, e quando i Micosinti trasformarono il suo perfetto corpo d’argento in un organismo vivente, il Guardiano intensificò la sua ricerca della Scintilla. Il suo piano era semplice: una volta trovato il planeswalker, Memnarch avrebbe realizzato una macchina per estrarre ciò che gli permetteva di viaggiare nel Multiverso, avrebbe reso il proprio corpo nuovamente metallico e perfetto, ed infine si sarebbe innestato la Scintilla per viaggiare nel Multiverso, cercare Karn, e magari farsi aiutare da lui a distruggere i micosinti. Nel 4395 A.R., con il nucleo in procinto di rilasciare un quinto sole carico di mana verde, Memnarch trovò finalmente la creatura che stava cercando: la giovane elfa Glissa Sunseeker.
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Per riassumere:

  • 4309-4310 A.R.: il Flagello Karona devasta Otaria. Eroshia, Aphetto, il Gran Colosseo, Locus e Sanctum vengono distrutti, e milioni di persone perdono la vita. Nei primi mesi del 4310 A.R., Karona viene bandita dai numena, e con lei scompare la magia da Dominaria. Tre mesi dopo, Karona viene uccisa definitivamente, Jeska diventa allieva di Karn e Memnarch diventa il Guardiano di Mirrodin. La morte di Karona apre la Fenditura Dimensionale di Otaria, e le altre Fenditure cominciano ad assorbire il mana del piano.
  • 4321 A.R. ca.: Memnarch ribattezza Mirrodin il piano artificiale di Argentum. L’Olio Scintillante comincia a corrompere la mente del Guardiano e ben presto anche Mirrodin. Memnarch crea e distrugge gli ur-golem e poi comincia a rapire esseri viventi dagli altri mondi, alla ricerca di una scintilla da planeswalker da assorbire.
  • 4395 A.R. ca.: la ricerca di Memnarch si conclude quando scopre che la giovane elfa Glissa Sunseeker possiede il potere che sta cercando.

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Fonti:

  1. The Moons of Mirrodin di Will McDermott. Libro pubblicato nel settembre del 2003 e inedito in Italia
  2. The Darksteel Eye di Jess Lebow. Libro pubblicato nel dicembre del 2003 e inedito in Italia
  3. The Fifth Dawn di Cory J. Herndon. Libro pubblicato nel maggio del 2004 e inedito in Italia
  4. Flavor text del blocco Mirrodin

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Curiosità