Magic Historica: Dopo la Quinta Alba Stampa
Lunedì 30 Settembre 2019
historica 4_2Articolo di Francesco Gyed Cambilargiu
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Ritorno a Casa

Abbiamo lasciato Glissa Sunseeker mentre crolla a terra sfinita dopo aver visto l'avatar di Kaldra venire distrutto dal Sole Verde. Dopo un tempo che non saprebbe calcolare, Glissa viene svegliata da Slobad, Riparatore Goblin, che è ancora vivo nonostante fosse caduto da molto in alto. I due compagni si sdraiano a terra e si godono alcuni momenti di tranquillità, abbastanza certi che Memnarch sia stato distrutto, considerato che Panopticon era proprio sulla traiettoria del Sole Verde (che Glissa decide di chiamare Lyese in onore di sua sorella). Il loro successo viene però oscurato da alcuni strani animali, i quali sembrano aver subito gli effetti di un incantesimo di crescita riuscito male.

Per sfuggire agli animali deformi troppo cresciuti, Glissa e Slobad scappano attraverso il Groviglio, animati da una qualche energia che permette loro di correre senza stancarsi e senza mai inciampare o venire fermati da qualche ostacolo. È allora che Glissa capisce cosa sta succedendo: il Sole Verde ha lasciato una scia di mana sul suo percorso, e questa ondata di energia sta generando queste stranezze. Gli animali crescono a dismisura, e i muscoli e i riflessi di Slobad e Glissa sono aumentati dalla magia verde.

Qualche momento dopo, gli effetti della magia finiscono, e Glissa si ritrova braccata e catturata da un gruppo di prescelti di Tel-Jilad. Alcuni di loro sono vecchie conoscenze dell’elfa, ma per qualche motivo la trattano come una criminale, e la accusano di aver provocato l’invasione dei livellatori che ha dato inizio a tutta questa storia. Grazie all’aiuto di Slobad, Glissa riesce a tenere testa ai due prescelti di Tel-Jilad, l'Albero dei Racconti finché non arriva un’altra vecchia conoscenza a dare man forte agli avversari dei due eroi di Mirrodin: Lyese, la sorella che Glissa credeva morta e che, invece, ha solo perso un occhio durante l’attacco dei livellatori, ed ha passato le ultime settimane a odiare Glissa, convinta che sia stata lei ad attirare le macchine che hanno ucciso i loro genitori. Di fronte a quell’accusa espressa con tanto odio e disprezzo da parte della sua sorellina minore (la stessa persona che all’inizio dell’avventura aveva come unico problema una cotta non ricambiata per Kayne), Glissa sviene.

Ricomincia la Sventura

Si risveglia qualche tempo dopo, in un albero cavo usato come prigione, e lì resta per un’intera settimana, in attesa di venire processata. Quando il processo inizia, l’elfa scopre che i Sylvok, che da anni non interagivano con gli elfi, sono presenti tra il pubblico, e uno di loro viene incaricato dall’anziano elfo Lendano di difenderla. Fortunatamente le argomentazioni dell’accusa (ossia che l’eroina di Mirrodin abbia ucciso i suoi genitori) non reggono di fronte al racconto di Glissa degli eventi delle ultime settimane, e ben presto l’attenzione di tutti si sposta su una questione uscita fuori proprio durante il racconto: le Trappole dell’Anima e l’origine della vita su Mirrodin.

Il motivo è presto detto: negli ultimi giorni, ossia da quando il Sole Verde è apparso in cielo, numerosi elfi e Sylvok (perlopiù anziani) sono scomparsi misteriosamente senza lasciare traccia. Glissa suppone dunque che alcune delle Trappole dell’Anima siano state distrutte, e quando Lendano decide di sollevarla da ogni accusa, affermando di conoscere la sua famiglia da molto tempo e di essere sicuro che l’elfa non avrebbe potuto alzare un dito contro i suoi genitori, Lyese monta su tutte le furie, attacca la sorella e viene a sua volta attaccata da Slobad che cerca di difendere la sua migliore amica.

La colluttazione si conclude quando Lyese sbatte la testa e perde i sensi, ma nel momento in cui Glissa e Slobad tirano un sospiro di sollievo, Memnarch attacca nuovamente la superficie. Il Groviglio viene invaso dagli aerofini, i costrutti assassini dei vedalken, e nel tentativo di sfuggire alla minaccia, Glissa, Slobad e Lyese (che dopo aver ripreso i sensi ha immediatamente reagito all’attacco degli aerofini ) incontrano Bruenna, la quale ha raggiunto la foresta per riportare orribili notizie: i vedalken, che durante queste ultime settimane si erano comportati bene con gli umani (tanto da abolire la schiavitù), hanno inviato dei livellatori a devastare il villaggio dove la donna neurok vive.

Quegli stessi livellatori stanno ora sciamando attraverso il Groviglio, ma Glissa, forte del suo potere, è convinta di poterli fermare. Dopo aver detto a Bruenna e Lyese di fuggire verso Taj-Nar ed avvisare Raksha del pericolo, l’elfa si fa incantare da una magia di volo, e seguita senza saperlo da Slobad, riesce a tenere i livellatori lontani dalle abitazioni degli elfi. Sfortunatamente, quando Slobad fa la sua comparsa e Glissa riesce a convincerlo a partire per Taj Nar, metà dell’esercito di livellatori comincia ad inseguirlo, e l’elfa è costretta a portare l’amico con sé. Glissa è infatti decisa a chiudere i conti con Memnarch una volta per tutte, ed ora che ha la Lacuna Verde a portata di mano, ha intenzione di raggiungere il Guardiano e distruggerlo.

Quando l’incantesimo di Bruenna finisce, Glissa e Slobad si ritrovano a cadere all’interno della Lacuna, ma la loro caduta viene ben presto rallentata da qualche magia, probabilmente la stessa che impedisce al liquido della Pozza della Conoscenza di finire nella Lacuna Blu. In questo modo, i due compagni possono raggiungere le pareti della Lacuna e scalarle nel senso inverso, fino a raggiungere il livello interno. Lì, però, trovano ad aspettarli Malil, sempre meno impassibile, che ingaggia un duello con Glissa, distraendola quel tanto che basta per permettere al vedalken Orland, uno dei membri dell’ex Concilio, di trascinare via Slobad. Il Guardiano sembra quindi aver attirato volontariamente Glissa e Slobad all’interno della Lacuna, e questo spiega anche per quale motivo i livellatori siano fuoriusciti da Lumengrid, e non dalla Lacuna Verde.

Glissa, distratta dal rapimento di Slobad, viene ferita gravemente da Malil, ma riesce comunque ad arrampicarsi su una colonna di micosinti nel tentativo di sfuggire al golem e al suo alleato vedalken, mutato e potenziato da Memnarch. Purtroppo, la fuga non riesce, e solo l’intervento tempestivo di Bruenna, che si teletrasporta davanti all’elfa grazie alla connessione di sangue tra questa e Lyese e poi fin dentro Taj Nar, permette a Glissa di salvarsi. Come Bruenna e le due sorelle elfiche scoprono poco dopo il loro arrivo, all’Antro Antico le cose non vanno affatto bene. Raksha è stato ferito durante una battaglia contro un esercito di nim ancor più grande ed organizzato di quello che aveva attaccato i Campi Taglienti qualche settimana prima, ed essendo stato contaminato dai veleni del Dross (che grazie ai nim si sta espandendo), dovrà tenersi lontano dalle battaglie per almeno una settimana, lasciando il comando delle truppe a suo cugino Yshkar, un guerriero abile ma forse troppo orgoglioso per essere un buon leader.

Di nuovo in Viaggio

Quando Glissa si riprende dalle ferite e racconta tutta la storia tutto ciò che è accaduto durante il suo viaggio attraverso Mirrodin dopo aver raggiunto il Dross, Raksha, Cucciolo d'Oro, rivela che le leggende di un mondo dentro un altro mondo sono note anche tra i leonid, poiché si dice che il primo kha, Dakan, abbia raggiunto un luogo illuminato da un Sole Eterno che chiamò Tav Rakshan.

Il Livello Interno, tuttavia, è ancora perlopiù inesplorato, e per comprendere dove potrebbe trovarsi Slobad e come cogliere di sorpresa Memnarch, Glissa parte assieme a Lyese per la Catena Oxidda, ove spera di incontrare Dwugget, lo Sciamano di Krark-Clan che aveva conosciuto diverse settimane prima. Arrivate sul posto, tuttavia, le due sorelle si scontrano con un vulshok ed alcuni goblin a causa di un malinteso sulle intenzioni dell’umano. Egli è infatti dalla loro parte, lavora per Dwugget e spiega di essere un profeta di Krark ed uno dei combattenti della “rivoluzione”. Nonostante ciò, le due sorelle non si fidano, e anche se accettano di seguirlo, approfittano di un provvidenziale intervento dei loro rinforzi leonid per sopraffare il vulshok.

Proprio i leonid, guidati da Raksha in persona, portano con sé uno strano sacco che qualcuno ha consegnato a Raksha e nel quale è contenuta la testa non-morta di Geth, Signore della Cripta. Il necromante rivela di essere stato sconfitto da uno Yert redivivo, il quale è in grado di utilizzarlo per comunicare con Glissa. Yert afferma di aver catturato Bruenna, ed offre un patto a Glissa: se lei si presenterà alla Volta dei Sussurri, lui non solo lascerà andare la neurok, ma ritirerà l’esercito di nim che minaccia Taj Nar; se non lo farà, lui ucciderà Bruenna. Dopo alcuni minuti di indecisione, alla fine Glissa accetta l’offerta, e Lyese si offre di parlare con Dwugget assieme a Raksha.

La missione di Glissa è stranamente facile, e l’elfa e i suoi compagni (la testa fin troppo loquace di Geth e una Solcacielo Leonid di nome Ellasha), raggiungono la Volta dei Sussurri senza incappare in eserciti di nim, sabbie mobili, centopiedi o altri orrori. Una volta all’interno, tuttavia, iniziano i problemi.

Glissa scopre che Geth ha dato Yert in pasto al suo vampiro moribondo, ignaro che così facendo il moriok sarebbe divenuto un vampiro anch’egli ed avrebbe potuto creare altri suoi simili con i quali dare la caccia a Glissa per tutta Ish Sah. La sete di sangue di Yert è tale che il vampiro non è neppure interessato a lavorare con Memnarch, e anzi, uccidendo Glissa è convinto di riuscire a mettergli i bastoni tra le ruote. Inseguite da tre vampiri ed un vasto numero di nim, Glissa ed Ellasha sembrano avere poche chance di tornare vive dalla loro missione, ma il sacrificio della leonid (che resta indietro per coprire la fuga dell’elfa) è sufficiente per dare all’elfa il tempo di raggiungere la sala delle torture della Volta e liberare Bruenna. Tuttavia, non appena la neurok torna libera, il suo corpo scompare in un lampo di luce azzurrina, e dopo quello che sembra solo un secondo, Glissa, Bruenna e la testa di Geth si ritrovano nel bel mezzo dei Campi Taglienti.

Quando Glissa chiede spiegazioni, però, scopre non solo che Ellasha si è salvata ed ha aiutato Bruenna a fuggire dal Dross, ma anche che dal giorno in cui l’elfa è entrata nella Volta dei Sussurri per portarla via, non sono passati pochi secondi, ma ben cinque anni, che l'elfa ha passato in una sorta di ibernazione indotta dalla prigione di Bruenna.

Il Disastro di Taj Nar

Per sfuggire ad un gruppo di aerofini che le inseguono, Glissa e Bruenna si dirigono verso le montagne Oxidda, divenuto un luogo sicuro dopo che Taj Nar è caduto sotto i colpi dei nim. Una volta giunta a destinazione, al cospetto del nuovo kha, della khanha e di Dwugget, Glissa viene messa al corrente della situazione.

Dopo la sua scomparsa all'interno del Dross, Memnarch ha inviato in superficie nuove macchine, addirittura più terrificanti dei normali livellatori. Nel frattempo, Lyese e Raksha sono riusciti ad aiutare Dwugget a riportare l’ordine tra i goblin spaventati dalla nascita del Sole Verde, e si sono alleati per combattere Memnarch, i suoi alleati vedalken e Yert, il quale sembra aver stipulato una sorta di tregua con il Guardiano ed ha cominciato ad espandere il Dross grazie ad un artefatto, il Miracore, che gli permette di controllare tutti i nim pur non possedendo nemmeno un briciolo del potere di Geth. Poi, tre anni fa, Raksha è impazzito, ha fatto esplodere una bomba di mana in Taj Nar davanti a Lyese, accusando poi l’elfa di essere stata lei a piazzare l’esplosivo. Yshkar ha condotto i sopravvissuti sulla montagna di Krark, nel dominio di Dwugget, e dopo aver assunto il ruolo di kha, ha esiliato il cugino, il quale è successivamente scomparso nel nulla nei pressi del Groviglio. i vedalken hanno aumentato drasticamente la produzione di Siero di Lampidotteri, ottenendo nuove capacità e diventando più feroci ma anche leggermente più distratti, e questo ha permesso a Bruenna di infiltrarsi tra le loro fila per rintracciare non solo Glissa, ma anche Memnarch, il quale si è ibernato all’interno di Panopticon e sta consumando la maggior parte del Siero realizzato dai vedalken. Il fine ultimo di questo suo piano è quello di tornare ad essere una creatura di puro metallo, non più corrotta dalla carne. Stando alle scoperte di Bruenna, tra esattamente cinque giorni, quando arriverà la prossima Convergenza dei Soli, Memnarch emergerà dalla macchina che lo sta trasformando, e Glissa potrà distruggerlo con i suoi poteri.

Le mosse successive vengono decise in fretta: Glissa, aiutata da Bruenna, dovrà recuperare il Miracore da Yert, così da eliminare la minaccia dei nim, dopodiché raggiungerà Panopticon ed ucciderà Memnarch utilizzando quel potente artefatto. Fortunatamente Yert è così gentile da presentarsi con il suo esercito ai piedi del Monte Krark, e questo permette a Glissa e Bruenna di raggiungerlo nell’infermeria dei leonid e contrattare con lui. Yert si sente infatti ancora in debito con Glissa, visto che gli ha di fatto salvato la vita ai tempi del loro primo incontro, perciò le offre un patto: se lei lo seguirà di sua spontanea volontà, lui lascerà in vita tutti i leonid dell’infermeria, dottori e pazienti. Mentre il moriok chiacchera, Glissa attinge al potere della sua scintilla, e dopo aver distratto l’avversario, prende un respiro e viaggia nel Multiverso per riapparire pochi metri più in là, all’interno del corpo di Yert, che viene orribilmente dilaniato non appena Glissa torna materiale. A Bruenna spetta il compito di impossessarsi del Miracore per ordinare ai nim di ritirarsi. Sfortunatamente Yert non è venuto da solo, e infatti, appena Glissa e Bruenna tornano in superficie, scoprono che i costrutti di Memnarch e gli aerofini dei vedalken si stanno avvicinando. Tra questi, c’è anche Malil (ormai più organico che metallico), il quale, sfruttando uno dei macchinari volanti dei vedalken, raggiunge Glissa (che sta volando in cielo grazie alla magia fornita da una pietra donatale da Bruenna), le strappa dalle mani il Miracore e fugge via, costringendo l’elfa (che si porta ancora dietro il sacco contenente la testa di Geth) ad inseguirlo fino alla Lacuna Verde, dove il golem viene aggredito da Raksha in persona, ancora vivo e in perfetta salute.

L'ultimo Viaggio

Il peso di Raksha rallenta Malil, e questo permette a Glissa di estrarre la spada, avvicinarsi, e decapitare il braccio destro di Memnarch. Una volta recuperato Raksha, Glissa atterra nei pressi della Lacuna, e quando il leonid afferma che sua sorella Lyese è morta da tempo, si fa raccontare dal Cucciolo d’Oro la sua versione dei fatti accaduti tre anni fa.
Dopo essere riusciti a stipulare un’alleanza con Dwugget, Raksha e “Lyese” tornarono a Taj Nar, e combatterono a lungo contro i nim. Il giorno in cui l’esercito di Yert si trovò a poche ore dalla conquista dell’Antro Antico, Lyese tradì Raksha, attaccandolo di sorpresa nel tentativo di ucciderlo. Raksha riuscì a guadagnare abbastanza tempo per farsi raccontare dalla traditrice cosa stesse succedendo, ed ella gli spiegò di non essere Lyese, ma bensì una creatura capace di possedere i corpi delle persone. In precedenza, questa creatura aveva assunto l’identità di Vektro, il vulshok che Glissa e Lyese avevano combattuto al loro arrivo ad Oxidda, ma quando Dwugget aveva catturato l’elfa e il leonid, era riuscito a trasferirsi nel corpo di Lyese, e da allora aveva seguito gli ordini di Memnarch.

Distratta dal racconto, “Lyese” si fece prendere alla sprovvista da Raksha, che ribaltata la situazione le strappò dalle mani uno strano congegno, probabilmente un detonatore per la bomba di mana. Proprio in quel momento, Yshkar vide il cugino aggredire la sua sposa, e corse in soccorso di Lyese, la quale inventò la storia della follia di Raksha e della bomba di mana per giustificare la situazione.

Raksha fu quindi esiliato nel Groviglio, e lì incontrò una Sylvok di nome Ghontas, la prima vittima del parassita Vektro e colei che aveva difeso Glissa dalle accuse della sorella durante il processo di cinque anni prima.

Glissa non affronta bene la notizia, ma non può fare nulla per Lyese. Sarà un problema che affronterà dopo aver eliminato Memnarch. Così, seguita da Raksha e sempre portandosi dietro la testa di Geth, si incammina verso la Lacuna Verde, e si appresta a compiere il suo ultimo viaggio verso Panopticon.

Battaglia per Mirrodin

Mentre Glissa e Raksha, una volta raggiunto il Livello Interno, vengono attaccati da tre copie di Malil, in superficie le cose non vanno affatto bene. L’esercito di Memnarch sembra invincibile, le truppe di Dwugget sono state decimate, e i leonid faranno presto la stessa fine. Come se non bastasse, “Lyese” uccide Yshkar, ingaggia un duello mortale con Bruenna, e rivela di aver nascosto una bomba di mana all’interno di Kuldrotha, la Grande Fornace. Fortunatamente Dwugget interviene appena in tempo, riesce a scacciare Vektro dalla mente di Lyese, e assieme all’elfa e a Bruenna corre a disinnescare la bomba. Invece di disinnescarla, però, Bruenna la teletrasporta nel bel mezzo dell’esercito nemico, eliminando una grande fetta degli invasori.

Purtroppo, questo non permette ai difensori del monte Krark di sopravvivere all’assedio. Nonostante l’esercito nemico sia decimato, i costrutti e gli aerofini continuano a massacrare, e alla fine, uno dopo l’altro, Bruenna, Dwugget e Lyese cadono per, apparentemente, non rialzarsi più.

Anche Raksha, che continua a combattere i due cloni di Malil, viene sopraffatto, e nel momento in cui perde conoscenza, Glissa raggiunge Panopticon illesa. Ad aspettarla però trova uno spettacolo terrificante: Slobad è stato fatto a pezzi e collegato ad un’immensa macchina, una vera e propria ragnatela meccanica che si estende per tutta Panopticon e che ha addirittura spazzato via i micosinti. Dato che Memnarch è ancora chiuso nella sua macchina, Geth suppone che sia stato Slobad a realizzare tutto ciò, ma il goblin nega. Una conferma arriva però da Vektro, che nel frattempo si è impossessato del corpo di uno dei cloni di Malil, e che apparentemente conosce i piani del suo padrone. La macchina è stata realizzata da Slobad senza che lui avesse intenzione di farlo, e sfrutta il potere del Nucleo e delle anime dei defunti intrappolate nelle Trappole dell’Anima per alimentarsi.

Glissa cerca di combattere il nuovo arrivato, ma il corpo di Malil è fatto di puro Darksteel, e l’elfa viene sconfitta e derubata del Miracore in men che non si dica. Poco dopo, anche Memnarch esce dalla sua stasi, rinnovato nel corpo ma non certo nella mente. Con un solo gesto, il Guardiano disassembla “Malil”, prende il Miracore e rivela lo scopo della macchina, che lui chiama “Rete dell’Ascensione”: strappare la Scintilla dal corpo di Glissa e spostarla nel suo. Per far ciò, il Guardiano prende due dischi d’argento, ne attacca uno alla fronte di Glissa, e l’altro in un apposito spazio sul Miracore, dopodiché infila un ago sotto l’orecchio dell’elfa.

Slobad rivela all’amica che quell’ago è connesso ad altri aghi a loro volta connessi a delle Trappole dell’Anima svuotate del loro contenuto e riempite di Siero, tutto il Siero rimasto su Mirrodin, e posizionate in prossimità delle lacune. Quando i cinque soli raggiungeranno il loro Zenith tutti assieme nello stesso momento, gli aghi assorbiranno la loro magia, la invieranno al Nucleo, ed esso esploderà, rilasciando un’ondata di energia che sposterà la scintilla dal corpo di Glissa a quello di Memnarch, che verrà unito al Miracore. In quel momento, Slobad invia a Glissa una visione nella quale osserva il solito mondo organico popolato da elfi senza tracce di metallo sul corpo. Questi elfi scompaiono uno dopo l’altro, e quando tocca a Glissa, si ritrova sulla superficie di Mirrodin, in una foresta metallica che riconosce essere il Groviglio di un’altra epoca.

È così che Memnarch ha popolato Mirrodin, e ora che le Trappole verranno distrutte, forse tutti i rapiti torneranno a casa. Mentre Memnarch è distratto, Slobad, che ha il controllo degli aghi della Rete, estrae l’ago dal corpo di Glissa, ma ormai è troppo tardi: il Guardiano è pronto a cominciare.

Duello in Panopticon

Fortunatamente, mentre Memnarch si avvicina all’elfa, un vasto numero di nim richiamati da Geth irrompe nella stanza, distraendo nuovamente il Guardiano e costringendolo a difendersi con una magia che disintegra gli zombie e al tempo stesso rimuove i legami magici che impedivano a Glissa di muoversi. Resosi conto del suo errore, Memnarch cerca di correre ai ripari, ma viene nuovamente fermato da milioni di piccoli costrutti comandati da Slobad. Intanto, Raksha, che era stato trasportato da “Malil” fino a Panopticon, rinviene, e pur non capendo appieno la situazione, segue gli ordini di Glissa, saltando addosso al Guardiano mentre l’elfa recupera il Miracore. Infine, dopo aver obbligato Raksha a ritirarsi per raccontare al mondo in superficie cosa sta per accadere, Glissa incanala la magia del Groviglio in tanti piccoli incantesimi di distruzione, dilaniando il corpo di Memnarch e scavando al suo interno come se fosse burro. Non paga, quando Memnarch tenta di difendersi attingendo al mana per lanciare un incantesimo, Glissa incanala l’energia della sua scintilla all’interno del Miracore, fondendo l’artefatto all’interno del corpo del golem. Il corpo senza vita di Memnarch scivola giù da Panopticon, trascinandosi dietro Glissa e sparendo nel Nucleo di Mirrodin.

Ma la macchina di Memnarch non smette di funzionare, e tutta l’energia dei soli viene incanalata nel Nucleo di Mirrodin, il quale si gonfia fino ad esplodere. La gigantesca esplosione di mana investe la macchina alla quale è collegato Slobad, permettendogli così di “rubare” la scintilla di Glissa.

Tutto è bene quel che finisce bene

Pochi istanti dopo, Slobad si ritrova in Panopticon, con il suo vecchio corpo risanato e con un misterioso individuo metallico a poca distanza. Si tratta di Karn, che dopo aver rivelato a Slobad la verità su Memnarch e Mirrodin, ed avergli spiegato di essere stato lui a mandare a Glissa le sue visioni per cercare di indirizzarla sulla giusta strada (dato che Karn non poteva in alcun modo raggiungere il piano fisicamente), ammette tutti i suoi fallimenti, l’ultimo dei quali è stato il non poter impedire agli abitanti di Mirrodin di venire massacrati dalle truppe di Memnarch.

C’è però un modo per riportare tutto in ordine. Mirrodin esiste ancora e molti dei suoi abitanti sono ancora vivi e festeggiano lo spegnimento dei meccanismi di Memnarch. Se Slobad sacrificasse la sua scintilla, potrebbe riportare Glissa indietro dalla morte e distruggendo le Trappole dell’Anima di Memnarch potrebbe liberare le anime dei defunti e rispedire a casa tutti coloro che erano stati rapiti e che sono ancora vivi.

Slobad, nonostante comprenda di avere tra le mani un potere immenso, non ci pensa due volte, e guidato da Karn, sacrifica la sua scintilla per riportare indietro Glissa e gli altri abitanti di Mirrodin. In quel momento, Bruenna, Raksha, Dwugget, Lyese e centinaia di altre persone, perlopiù anziane, svaniscono nel nulla sotto gli occhi esterrefatti dei loro amici e parenti nativi di Mirrodin, i veri mirran, le generazioni che hanno conosciuto soltanto il piano di metallo.

Di lì a poco, la situazione precipita nel caos più totale, ma Slobad, ancora dentro Panopticon, non si rende conto di ciò che sta accadendo in superficie. Nel giro di pochi istanti, Glissa ricompare, sana e salva, e Karn sparisce, lasciando a Geth il compito di riferire un messaggio.

Da bravo commerciante quale è, tuttavia, Geth non rivela il messaggio finché Glissa non lo ricompensa per il suo aiuto, innestando la sua testa sul corpo di un memnito, piccoli costrutti simili a Memnarch con i quali Slobad riesce a comunicare. Soddisfatto di potersi muovere nuovamente (e di poter avere uno schiavo al suo servizio), il necromante comunica il messaggio di Karn: ora che Memnarch è tornato ad essere un semplice artefatto inanimato (un Mirari probabilmente privo di poteri che giace sul pavimento), Glissa e Slobad dovranno custodirlo gelosamente finché lui non tornerà a reclamarlo. Non importa se lo custodiranno su Mirrodin o sul loro piano natale (che potrebbero raggiungere semplicemente distruggendo le Trappole dell’Anima), l’importante è che lo tengano al sicuro.

Un Tragico Epilogo

Glissa e Slobad decideranno di rimanere su Mirrodin, ma questo gesto costerà la vita ad entrambi. Appena metteranno piede in superficie, infatti, probabilmente nei pressi di Kuldrotha, la Grande Fornace i due amici verranno attaccati da un branco di goblin impazziti, terrorizzati dalla misteriosa scomparsa dei loro anziani. Slobad perderà la vita, mentre Glissa, ferita gravemente, si nasconderà in Panopticon, dove verrà tenuta al sicuro dai memniti che si prenderanno cura di lei… fino al momento in cui potrà tornare a lottare per una nuova causa.
E l’Olio?

La neutralizzazione dei micosinti da parte di Memnarch era stata una grave battuta d’arresto per l’espansione dell’Olio, ma senza un Guardiano ad ostacolare la sua crescita, il liquido phyrexiano avrebbe riguadagnato presto terreno, e ben presto una nuova e più fitta rete di micosinti tornò ad invadere il Livello Interno di Mirrodin.
Ma di questo parleremo in futuro.

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Per riassumere:

  • 4309-4310 A.R.: il Flagello Karona devasta Otaria. Eroshia, Aphetto, il Gran Colosseo, Locus e Sanctum vengono distrutti, e milioni di persone perdono la vita. Nei primi mesi del 4310 A.R., Karona viene bandita dai numena, e con lei scompare la magia da Dominaria. Tre mesi dopo, Karona viene uccisa definitivamente, Jeska diventa allieva di Karn e Memnarch diventa il Guardiano di Mirrodin. La morte di Karona apre la Fenditura Dimensionale di Otaria, e le altre Fenditure cominciano ad assorbire il mana del piano.
  • 4321 A.R. ca.: Memnarch ribattezza Mirrodin il piano artificiale di Argentum. L’Olio Scintillante comincia a corrompere la mente del Guardiano e ben presto anche Mirrodin. Memnarch crea e distrugge gli ur-golem e poi comincia a rapire esseri viventi dagli altri mondi, alla ricerca di una scintilla da planeswalker da assorbire.
  • 4395 A.R. ca.: la ricerca di Memnarch si conclude quando scopre che la giovane elfa Glissa Sunseeker possiede il potere che sta cercando. I genitori di Glissa vengono uccisi, e l’elfa e sua sorella si salvano per miracolo. Glissa comincia quindi un lunghissimo viaggio attraverso Mirrodin, che la porterà a scoprire che il suo mondo è ben più grande di quanto pensasse, è cavo all’interno, e che i suoi abitanti non sono nati lì, ma sono stati rapiti da Memnarch. Il viaggio di Glissa si interromperà quando verrà intrappolata da un sigillo magico di Yert, che la terrà in stasi per cinque anni. In questo stesso anno nasce il Sole Verde di Mirrodin.
  • 4397 A.R. ca.: Raksha viene esiliato dopo essere stato accusato di aver distrutto Taj Nar con una bomba di mana.
  • 4400 A.R.: Glissa viene liberata da Bruenna, e comincia il suo ultimo viaggio all’interno di Mirrodin. Memnarch sarà sconfitto e ritrasformato in Mirari (seppure innocuo e privo del potere distruttivo che abbiamo conosciuto in Otaria), ma Slobad morirà poco dopo, e Glissa si ritirerà in Panopticon. Nel frattempo, in superficie, la distruzione delle Trappole dell’Anima di Memnarch causerà l’evento che verrà poi conosciuto con il nome di “Scomparsa”, ovvero il momento in cui tutti gli abitanti di Mirrodin rapiti da Memnarch (tranne Geth, che è morto da tempo, e Slobad e Glissa che decidono di non distruggere le loro Trappole dell’Anima) torneranno a casa per rifarsi una vita.

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Fonti:

 

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In questa stagione stagione:

  1. Magic Historica: La Quinta Alba di Mirrodin

Nella terza stagione:

 Riassunto delle prime due stagioni