Rimediamo:
L'equilibrio nella foresta
La razza che da più tempo abita la foresta è quella dei Leonin, un popolo fiero e legato alle proprie tradizioni e cultura. Per lungo tempo, i rari contatti con gli umani consistettero solo in violenti scontri, quando le forze di una o dell'altra città si spingevano troppo addentro il Boscosapiente.
Così è stato per secoli, e solo recentemente alcuni avvenimenti hanno portato a una cauta e non certamente unanime evoluzione nei rapporti del popolo Leonin con altre realtà: da una parte, il ritorno di Birsha, dall'altra la curiosità che Baldwyn suscita nei felini, per la sua natura a loro così affine pur essendo un Umano.
Birsha
Quando ancora era un cucciolo, il suo villaggio fu teatro di una battaglia selvaggia, che vide i drappelli di Omphalos e Adamokk attirati in uno scontro frontale, e un'imboscata dei leonin a entrambi durante la mischia: la strategia era lineare, e già molte altre volte era funzionata, senza che vi fossero superstiti per riferire. Quella volta, tuttavia, vi era un elemento che i Leonin non avevano considerato: Admon, Gran Maestro dell'Accademia militare e genio tattico, era al comando dei soldati di Omphalos: questi ultimi uscirono decimati dallo scontro, ma annientarono completamente entrambi i nemici. Al termine dello scontro, i superstiti setacciarono il villaggio in cerca di cibo, acqua ed eventuali ricchezze da depredare...e trovarono di meglio. Un'intera cucciolata di Leonin nascosta, per proteggerli dalla battaglia. L'odore del sangue e il rumore delle armi, insieme ai gemiti dei feriti, avevano atterrito tutti i presenti, tranne uno dei piccoli felini: quando Admon ne vide lo sguardo fiero si accorse che nei Leonin poteva albergare molto più della bestiale feralità cui era abituvato; decise di non sterminare la cucciolata, e anzi di crescerla in Omphalos.
Birsha e i suoi compagni di sventura furono quindi portati nella città, e addestrati nell'arte strategica e nel combattimento prima da Admon e poi dai suoi successori. Birsha non deluse le aspettative, dimostrandosi un abile guerriero e comandante: la cucciolata divenne un reparto dell'esercito di Omphalos, e presto la sua fama lo portò ad essere tra i più temuti.
Purtroppo, insieme al timore non sempre si accompagnò il rispetto, e la lungimiranza di Admon era un dono raro. L'ambiente della città, specialmente nelle periferie, divenne lentamente ma inesorabilmente più ostile: la guerra continuava, e se Selene e i nobili non provavano alcun risentimento per Birsha e il suo reparto, i figli dei soldati morti in guerra erano apertamente contrari ad ospitare in città dei Leonin.
Per evitare disordini, e per una rinata nostalgia del Boscosapiente e dei suoi simili, Birsha reiterò la domanda di congedo che aveva rivolto a Selene molti anni prima: la sovrana, questa volta, non poté che accettare.
Lo scontro con Baalash
Nel profondo della foresta, grande fu l'amarezza quando Birsha e i suoi ritrovarono nei loro simili lo stesso atteggiamento per il quale avevano abbandonato Omphalos. I Leonin selvaggi avevano preso il sopravvento, negli ultimi anni, e con loro la linea oltranzista: chiunque avesse rapporti con gli umani era un reietto, e poteva essere fatto a pezzi senza conseguenze di nessun tipo per l'assassino, a meno che non si sottoponesse al lungo e doloroso processo, in sostanza una tortura vera e propria, chiamato Viaggo del Ritorno.
Il giovane e irruento capobranco, Baalash, invitò Birsha e i suoi a scegliere quale via seguire, nello sgomento dei Leonin anziani, per i quali il ritorno di giovani perduti era comunque un evento gioioso. Birsha sollevò un braccio, imperioso, estinguendo il brusio che si era diffuso tra gli astanti, poi con movimenti posati, si inginocchiò, raccolse una zolla di terreno erboso e la scagliò sul petto di Baalash: c'era una terza possibilità, e Birsha l'aveva scelta senza esitazione, ben sapendo che si sarebbe trovato in tale situazione. Una sfida a duello per il ruolo di capobranco non poteva essere rifiutata: i due leonin si spogliarono di ogni equipaggiamento e si fronteggiarono.
Il cerchio di Leonin si allargò, per lasciare spazio a quello che è ricordato come uno dei più entusiasmanti duelli tra i racconti di Boscosapiente. I due contendenti erano differenti in tutto: nel portamento, nello stile di combattimento, anche nell'aspetto...eppure la simmetria era totale. A uno scatto ferino di Baalash corrispondeva una schivata millimetrica di Birsha, ad un gancio mirato di quest'ultimo, un colpo di reni del capobranco che lo portava fuori portata: a un morso sulla spalla bruna di Baalash, un'artigliata profonda nel fianco dello sfidante.
Al termine, entrambi erano stremati, ma Birsha vide negli occhi dell'avversario una scintilla di nuovo rispett. Il Leonin tornato dalla città non era per nulla indebolito dalla permanenza nel mondo umano, nè la sua ferocia smussata: se mai, temprata e focalizzata.
Lo sguardo stupito era diffuso a tutti i Leonin presenti: mai, prima di allora, alcun guerriero era stato in grado di battersi alla pari con Baalash. Con un solo scontro, Birsha aveva destabilizzato la supremazia di Baalash.
Ad oggi, i due condividono il potere e tentano di far convivere tutti i Leonin, mantenendo un atteggiamento neutrale, quando possibile, al di fuori del Boscosapiente. I giovani più irruenti, tuttavia, aspettano solo che La Mano Destra, non più di primo pelo, lasci il suo posto vuoto, e sono sempre più difficili da controllare.
Per farmi perdonare, non metto solo i due ragazzoni in questione, ma anche un paio di loro amici
Spoiler:
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